Un anno più tardi, aggiorno il mio diario di avventure.

Un anno più tardi, aggiorno il mio diario di avventure.
Una Veronica vagante è arrivata a Lisbona.
Dal verde azzorriano di Terceira alle strade colorate della capitale portoghese.
Tra le macchine, i turisti e i pasteis de nata.
Continua a leggere “Una Veronica Vagante – LISBONA, seconda tappa”
Partita e arrivata.
Per la prima volta mi sono sentita una vera viaggiatrice.
Metterci più di due o tre ore ad arrivare e avere varie tappe prima di raggiungere la destinazione mi ha fatto sentire in una maniera diversa dal solito, in un modo che non avevo mai provato.
Qualche mese fa ho cominciato a leggere la storia di Claudio Pelizzeni, e non riuscivo esattamente a capire il perché della sua decisione di intraprendere un viaggio senza usare voli aerei.
Due aerei e un viaggio di otto ore in autobus dopo, posso dire di averne, almeno in parte, capito il motivo.
Comincia tutto con una domanda.
Cosa ti ispira?
In un mondo in cui abbiamo accesso a tantissime informazioni e altrettante opportunità, siamo ancora alla ricerca di ispirazione.
Ispirazione su cosa mettere, ispirazione su dove andare, ma soprattutto ispirazione su come essere.
Ci facciamo scivolare addosso le decisioni,
fino a quando arriva il colpo di fulmine e all’improvviso sappiamo.
Sapere cosa si vuole nella vita non succede dal giorno alla notte, non è una scelta razionale, e ti investe in pieno petto.
Questa serie è dedicata proprio a noi,
noi che non sappiamo da che parte prendere il treno,
e a noi che l’unica cosa che importa è vagare.
I viaggi sono fatti di tante piccole storie che incontriamo lungo la strada e che ci rendono parte del luogo in cui ci troviamo.
Come Verona non sarebbe la stessa senza Giulietta e Romeo,
Elche non sarebbe Elche senza un paio di storie alquanto curiose.
E in una mattina piena di luce, in una Valencia ancora addormentata,
la Vagante Veronica ha già lo zaino sulle spalle,
pronta a continuare il suo viaggio nel sud della Comunidad Valenciana.
Un piccolo e quattri grandi viaggiatori.
Tante foto, tanto sole e innumerevoli meraviglie.
Cos’è?
La mia avventura a Valencia, ovviamente!
Tabarca è un’isola da esplorare.
Camminare con la testa in su, la macchina fotografica in mano
e un costume pronto per poi tuffarsi.
È un invito a scuriosare tra le sue vie e i suoi colori.
Vivere in un altro mondo anche solo per un paio d’ore.
Ho rimandato questo post per varie settimane, per mancanza di tempo (maledetti esami!) e per non essere riuscita a trovare un modo di scriverlo che lo facesse sentire mio.
Poi ho pensato a Torcello e al fatto che appena messo piede giù del vaporetto, ho realizzato cosa volesse dire “un’isola di pace”.
Anche se in fondo originale non è, questa è la mia Torcello.
Prima di partire per la Spagna e vivere un periodo all’estero, vedevo la città in cui sono nata e cresciuta solamente come un posto opprimente, dalle opportunità limitate e senza possibilità di futuro.
Verona è una città piccola, ma una volta tornata mi sono resa conto di quanto sia affascinante, e di come la mia opinione fosse, più che altro, il desiderio di vedere altre realtà.
E in un paio di mesi, ho imparato ad osservare meglio e ad apprezzare di più.